«Somos como tu» è il nome della campagna informativa organizzata da «Pensamiento y Acción Social» – PAS con il sostegno di altre OING attive nella difesa dei diritti umani e presenti nella regione del Magdalena Medio, quali ECAP, IAP e PBI. La campagna è stata ideata al fine di sensibilizzare la popolazione e le istituzioni del paese sulla drammatica situazione che stanno vivendo i leader sociali delle zone rurali. Nell’ultimo anno in Colombia si sono registrati più di 300 assassini di leader sociali rurali, e sono innumerevoli quelli che sono stati minacciati o aggrediti da milizie paramilitari o organizzazioni criminali. Si tratta spesso di leader che stanno in seconda linea, che non sono conosciuti al di fuori della loro comunità, che non appaiono sui giornali o in televisione e che si riuniscono a parlare di come difendere la terra dopo aver passato la giornata a lavorare nei campi. Probabilmente, proprio per il fatto di essere gente semplice e poco conosciuta la loro morte non fa notizia o, peggio ancora, viene stigmatizzata attraverso una falsa narrazione, che li associa alla guerriglia o al narcotraffico. In questo contesto la stigmatizzazione funziona in maniera piuttosto semplice ma molto efficace e contribuisce a discriminare coloro che si battono per difendere i propri diritti. Il risultato sarà che quando uccideranno il prossimo leader sociale la gente si girerà dall’altra parte e il fatto verrà giustificato senza più indignare nessuno, perché «tanto era un guerrigliero». Queste notizie false producono l’indifferenza che consente ai gruppi paramilitari di agire impunemente, e basta scambiare un paio di parole con un taxista di Bogotà per capire che questa falsa narrazione si stia espandendo a macchia d’olio, soprattutto nelle città.
La campagna è il risultato di un lavoro che dura da mesi e che ha visto la partecipazione attiva delle diverse comunità contadine. Sono stati proprio loro a proporre la maggior parte dei concetti, delle idee e degli eventi che sono poi stati organizzati da PAS. Inoltre, nonostante gli eventi principali siano previsti per il mese di novembre, le comunità si sono già organizzate al loro interno per condividere e sostenere lo svolgimento della campagna. Nella comunità di El Guayabo, ad esempio, i giovani hanno organizzato una serata sul tema della stigmatizzazione. Dapprima hanno proiettato il film «El circo de la mariposa», poi hanno discusso su cosa vuol dire difendere i diritti umani e assumersi delle responsabilità a difesa della comunità e infine hanno organizzato una fiaccolata per le strade del villaggio. Le donne di altre comunità invece hanno cucito le magliette con la scritta «Somos como tu» per tutti i partecipanti. Ognuno cerca di apportare qualcosa per la buona riuscita della campagna.

Il gruppo di giovani di El Guayabo che ha organizzato una serata per la campagna «Somos como tu» all’interno della comunità
Il due di novembre è finalmente cominciata la campagna vera e propria. In mattinata il gruppo, composto da leader contadini provenienti da diversi villaggi del Magdalena Medio e accompagnato da noi e dalle altre OING si è incontrato con giornalisti regionali e nazionali per spiegare il senso e gli obiettivi della campagna. Alcuni di loro hanno preso la parola per raccontare come stanno lottando contro l’espropriazione della terra nella loro comunità. Don Salvador, il leader del villaggio di El Garzal ha riassunto il messaggio in maniera molto efficace. Mostrando le mani piene di calli ha detto che quelle rappresentano i suoi attrezzi da lavoro, con le quali lavora la terra e si procura il cibo. Non sono mani che impugnano pistole e generano violenza perché la sua è una comunità di gente che dopo tanta violenza vuole finalmente la pace. Ha sottolineato che la loro non è una lotta politica, che non vogliono difendere dogmi o sfidare l’autorità. L’unica cosa a cui sono interessati è rivendicare il diritto alla proprietà della terra.
Nel pomeriggio il gruppo ha fatto visita alle diverse autorità presenti nel municipio di Barrancabermeja, lo scopo era presentarsi, far conoscere il messaggio e consegnare una cesta con i prodotti che coltivano. Ognuna di essa conteneva yuca, cocco, zucche, cacao, caffè, platano e mafufo che é una varietà di platano ma piu piccola e gustosa. La prima visita è stata alla sede della Fiscalia, dove c’è stato un intenso scambio di opinioni con il Fiscale. Dopodiché è stata la volta della Procuradoria, della Polizia e infine dell’Esercito. Sulla piazza d’appello della caserma, davanti a soldati e ufficiali un paio di leader contadini hanno spiegato la ragione della campagna e hanno consegnato le ceste con frutta e verdura. Inizialmente la ventina di giovani soldati che stavano sull’attenti non sembrava molto interessata alle parole dei contadini. Questo finché un’anziana contadina della comunità di Bella Union ha preso la parola e guardandogli negli occhi ha cominciato a raccontare che contadini e soldati sono figli della stessa terra e che anche i suoi figli hanno indossato quelle uniformi. Improvvisamente tra lei e i soldati si è creata una speciale empatia e questi hanno cominciato ad ascoltarla con attenzione, nessuno bisbigliava più. Questo è stato probabilmente il modo migliore per fargli capire che i contadini sono come loro.

Un leader contadino sulla piazza d’appello della caserma di Barrancabermeja mentre consegna la cesta con i la verdura e la frutta che coltiva
Due giorni dopo, il quattro di novembre, si è tenuto il «mercado campesino», organizzato in collaborazione con l’Organizzazione Femminile Popolare (OFP). Attraverso il mercato i contadini hanno potuto vendere le verdure e la frutta che coltivano e condividere le loro storie direttamente con la gente comune. Le bancarelle sembravano delle tavolozze di colori, c’erano diversi tipi di limoni, di arance e di mandarini, oltre a varia frutta che non avevo mai visto prima. È stato divertente vedere il lato commerciale di alcuni contadini che hanno cominciato a gridare offerte a squarciagola e a elencare magici benefici dei propri prodotti. Altri invece hanno cercato di stabilire un rapporto con la gente venuta a fare la spesa, raccontando come si svolge il proprio lavoro quotidiano.

Il «mercado campesino» davanti alla sede della Organizzazione femminile popolare
Nei giorni seguenti abbiamo accompagnato altre comunità della regione del Magdalena Medio negli incontri con le autorità dei vari municipi. La Colombia ha una lunga storia di violenza, a cui la forza pubblica non è estranea e talvolta è facile percepire come i contadini facciano ancora fatica a sentirsi sicuri all’interno delle caserme o delle stazioni di polizia. Ora la speranza è che l’empatia e il sentimento di uguaglianza provato e dichiarato dalle autorità durante i vari incontri diventi realtà e consenta alle comunità di contadini di ottenere una maggiore protezione per poter difendere la terra senza temere per la propria vita.
La campagna durerà tutto il mese di novembre. Nei prossimi giorni continueremo ad accompagnare le comunità agli incontri con le autorità. Per il trenta di novembre è poi prevista la giornata di chiusura della campagna. In mattinata ci sarà un incontro con il Fiscale regionale e alla sera ci sarà una grande festa con musica e teatro nella piazza centrale di Barrancabermeja. Naturalmente non mancherò di tenervi informati sul proseguo della campagna.
Saluti dal Magdalena Medio
Mattia Merzaghi, Barrancabermeja, Novembre 2018
Foto de titulo: Alcuni leader contadini mentre urlano lo slogan della campagna, SOMOS COMO TU! © Mattia 2018