Un tema cruciale nello stato del Guatemala, e più specificamente nella regione di Ixcan/Coban, è il conflitto socio-ambientale: popolazione e diritti umani sono minacciati da megaprogetti incrementati da imprese sostenute dal governo, in particolare dalla costruzione della diga di Xalalà sul fiume Chixoy, il terzo più grande dello Stato. Si tratta di un progetto idroelettrico mastodontico e la diga diverrebbe la seconda per capacità.
Il governo di Otto Pérez Molina (presidente dal 2012 al 2015) l’ha dichiarato una priorità per lo Stato senza verificare altri metodi alternativi, ne considerando l’impatto ambientale seppur, secondo uno studio del “Banco Interamericano de Desarrollo”, l’America Latina abbia un gran potenziale di fonti di energie rinnovabili locali. L’obiettivo dell’ex presidente Pérez Molina di: “contribuire allo sviluppo energetico sostenibile del paese con equità sociale e rispetto per l’ambiente”, ha generato sviluppo ma, nel contempo, ha violato i diritti umani dei nativi coinvolti. Negli ultimi anni questo conflitto si è esteso, aumentando le sfide alla giustizia sociale.
Il diritto dei popoli indigeni afferma che essi devono essere consultati per tutti i progetti che hanno delle conseguenze sulle loro vite e sul loro territorio, ma, purtroppo è spesso disatteso.
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